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Percorso inverso a Petra: consigli generali
Se state organizzando il vostro viaggio in Giordania, sicuramente la meta al centro del vostro itinerario è la visita alla città nabatea di Petra, gioiello della Giordania e meraviglia del mondo moderno.
Molti visitatori si addentrano nel sito percorrendo il sentiero classico, che dall’ingresso principale porta fino al Monastero, ma forse pochi di voi sanno che è anche possibile visitare Petra seguendo un percorso inverso, partendo dal sito di piccola Petra.
In questo articolo vi spieghiamo tappa per tappa il percorso alternativo che vi permetterà di evitare il flusso di visitatori!
Come prepararsi al trekking
Prima di mostrarvi le tappe, però, ecco alcune informazioni importanti:
1. Per percorrere questo itinerario è necessario avere il biglietto di ingresso al sito di Petra (oppure il Jordan Pass) timbrato, dovrete quindi recarvi comunque all’ingresso principale del sito prima di iniziare il trekking!
2. Munitevi di acqua, perchè lungo il primo tratto del percorso (da piccola Petra a Petra), sarete in mezzo al nulla. Potrete fare scorta di acqua in uno dei chioschi che troverete a piccola Petra, prima di iniziare il percorso.
3. Preparatevi a camminare! Il trekking è lungo circa 13 km.
4. Se possibile, iniziate il trekking la mattina presto!
Piccola Petra
L’itinerario inverso, come già abbiamo accennato, comincia dal sito di piccola Petra, situato a circa 9 km a nord di Petra.
L’ingresso del percorso si trova a sinistra del parcheggio di Piccola Petra, dietro al negozio di souvenir. Dopo pochi passi vi ritroverete già immersi nel deserto, supererete tende beduine (cammelli, capre e cani…) e proseguendo ancora un po’ scorgerete in lontananza Wadi Musa, la città più vicina al sito di Petra.
Il sentiero non presenta grandi difficoltà ed è in gran parte pianeggiante. Noterete che la strada è segnalata e i dislivelli sono agevolati da scalinate di gradini scavati nella roccia.
Dopo circa 3,5 km di cammino troverete lungo il percorso il primo cartello che segnala il monastero. Proseguite per un altro paio di chilometri e raggiungerete un piccolo ufficio dove vi controlleranno il biglietto di ingresso al sito di Petra o il Jordan Pass.
Il monastero
Proseguite lungo il percorso segnalato e raggiungerete il monastero dall’alto, lo vedrete comparire lentamente alla vostra vista. Vi assicuriamo che avvicinarsi al monastero percorrendo un sentiero in discesa piuttosto che salendo una lunga scalinata di 800 gradini piena di visitatori affannati, è molto più piacevole!
Fermatevi un attimo a contemplare la bellezza che avete di fronte. Soprattutto se avete seguito il nostro consiglio e avete iniziato il trekking la mattina presto, avrete il monastero tutto per voi.
Scendete poi verso il piazzale del monastero e magari fermatevi al chiosco e gustatevi un bel bicchiere di tè beduino prima di ripartire… una discesa di 800 gradini vi aspetta per portarvi nel cuore di Petra!
Qasr al bint
Una volta scesi gli 800 gradini raggiungerete qasr al bint, che in arabo significa “palazzo della figlia del faraone”, prende il nome da un antico racconto beduino secondo cui il faraone lo avrebbe costruito per mettere al sicuro la figlia.
Si tratta in realtà di un enorme tempio nabateo a pianta quadrata risalente al I secolo d.C. Non sappiamo a quale divinità sia stato dedicato il tempio, ma il candidato più credibile sembra essere Dushara, un’antica divinità mediorientale.
Il tempio grande e il tempio dei leoni alati
Dirigendovi verso il cuore della città, troverete sulla vostra destra il tempio grande e sulla vostra sinistra il Tempio dei Leoni Alati.
Il tempio grande è una della costruzioni più ampie dell’antica città nabatea. Nonostante il nome, gli studiosi ritengono che la struttura fosse un luogo di incontro e di commercio, più tardi probabilmente trasformata in sala del consiglio comunale o in spazio per svolgere celebrazioni pubbliche di carattere religioso.
Una scalinata conduceva dalla strada principale al cortile inferiore, mentre un altro piano di scale, annunciato da quattro enormi colonne, portava al tempio. All’interno della struttura si trovava in origine anche un teatro nabateo di circa 70 m di diametro, in grado di ospitare oltre 600 spettatori.
Il tempio dei leoni alati deve il suo nome ai suoi insoliti capitelli con figure di leone. Secondo gli studiosi il tempio era dedicato ad al-Uzza, divinità araba di epoca preislamica.
Al tempio si poteva accedere anche attraverso un ponte che collegava Wadi Musa al centro della città, del quale resta ancora qualche traccia visibile.
A est dell’edificio si estende una vasta area di macerie che presumibilmente costituiva il palazzo reale.
La via colonnata
La via colonnata percorre tutto il centro della città fino ad arrivare al Ninfeo. Tutti gli edifici si affacciavano su questa via principale e da questa, oltre che ai templi, si poteva accedere al Palazzo Reale e ai mercati.
Su entrambi i lati della via un tempo si affacciavano anche piccole botteghe forse rimaneggiate e ristrutturate in epoca bizantina.
Sul lato sinistro, dopo una salita, troverete la chiesa di Petra, una basilica a tre navate composta da tre absidi sul lato est e tre ingressi sul lato ovest, a cui si accede percorrendo un lastricato di pietra. Nelle due navate laterali si possono ammirare degli splendidi mosaici pavimentati realizzati nei primi anni del VI secolo.
Le tombe reali
Una volta superata la strada colonnata, avrete già percorso più della metà dell’itinerario… Ma proseguiamo con il nostro percorso inverso a Petra e addentriamoci alla scoperta della più affascinante città nabatea!
Dopo aver visitato la Chiesa di Petra proseguite sul lato est e troverete una delle più impressionanti facciate di Petra, nota con il nome di tombe reali.
La tomba del palazzo è una struttura a cinque piani e sulla sua parete destra, protetta dal sostegno della roccia, è ancora possibile osservare dei bellissimi dettagli scultorei.
La tomba corinzia, nonostante il nome, si tratta in realtà di una tomba nabatea che ricorda goffamente i tratti del Tesoro. La parte superiore della struttura è stata infatti realizzata seguendo lo stesso stile, ma in basso l’architettura perde simmetria e appare sbilanciata.
La tomba della seta deve il suo nome ai colori che caratterizzano le sue rocce, con artistiche sfumature che vanno dai toni del rosa al blu al giallo.
La tomba dell’urna è la più imponente è nasce accanto ad un cortile fiancheggiato da colonne. Proprio sulla facciata che si leva sopra il cortile, gli intercolumni ospitano tre sepolture. Questo ha fatto dedurre agli studiosi che qui furono probabilmente onorati defunti molto importanti, poichè solitamente a Petra i loculi sono alloggiati all’interno.
L’apertura del loculo centrale, forse quella del re, è ancora parzialmente protetta da una roccia scolpita in forma di busto d’uomo togato.
Il teatro
Tornate sulla via principale e proseguite per circa 250 m, qui troverete il massiccio teatro.
Nonostante il disegno sia di chiara matrice classica, l’edificio risale in realtà al I secolo d.C., periodo che precedette l’annessione di Petra all’Impero Romano.
Dopo il 106 i romani ne modificarono alcune parti, ma il progetto resta comunque ellenistico, con la platea che scende fino al livello dell’orchestra. Il teatro poteva ospitare fino a 8500 spettatori, più dell’anfiteatro di Amman!
A parte il fondale e l’ultima fila di sedute, l’intera struttura è scavata nella roccia.
La strada delle facciate
Una volta superato il teatro, alla vostra sinistra troverete la strada delle facciate, che ospita una dozzina di facciate scavate una a fianco all’altra su quattro livelli.
Vi consigliamo di fare una sosta e rifocillarvi, prima di iniziare la salita che conduce alla spettacolare altura del sacrificio.
L’altura del sacrificio
All’altezza della strada delle facciate, un sentiero a gradoni ben visibile sale lungo una scarpata fino all’altura del sacrificio, una deviazione dal sentiero principale che merita assolutamente di essere percorsa.
La salita richiederà circa 30-40 minuti di tempo, ma vi regalerà un panorama mozzafiato!
L’altura del sacrificio domina il Wadi Musa da un’altezza di 170 m e, come si può intuire dal nome, era la zona dedicata alle funzioni religiose.
L’altare è posto sopra quattro scalini, con un bacile da un lato e una cavità che un tempo doveva ospitare una statua della divinità. Nel cortile troviamo invece una piccola pedana, che forse sosteneva un tavolo per le offerte.
Gli studiosi non sanno se qui avvenissero sacrifici umani, ma confermano che altrove si sacrificavano ragazzi e ragazze alla dea al-Uzza: il filosofo Porfirio, vissuto nel II secolo, racconta che ogni anno si tagliava la gola a un ragazzo della città nabatea Dunat, a circa 300 km da Petra.
Il Wadi Farasa
Una volta raggiunta l’altura del sacrificio avete due opzioni: scendere da dove siete saliti per tornare subito sulla via principale e raggiungere finalmente il tesoro, oppure spingervi ancora un po’ più avanti, lungo il wadi farasa, per visitare il triclinio del giardino e la tomba del soldato romano.
Il triclinio del giardino è una grotta che prende il nome dalla verdissima erba che in primavera adorna l’area del portico. Noterete due colonne erette in mezzo ad un piccolo santuario, mentre le scale a destra della facciata salgono verso un’enorme cisterna sul tetto che portava l’acqua alla sottostante tomba del soldato romano.
La tomba del soldato romano risale al periodo nabateo e presenta una facciata classica con tre nicchie incorniciate, che probabilmente ospitavano le effigi dei defunti.
La tomba prende il nome dalla figura della nicchia centrale: un uomo senza testa che indossa una corazza.
Il tesoro
Eccoci finalmente all’ultima tappa di questo nostro percorso inverso a Petra durante il quale vi abbiamo accompagnati per viaggiare “contromano” seguendo un itinerario insolito e poco battuto in una meta turistiche ormai molto ambita e affollata.
Ora che sarete molto stanchi dopo tutti i chilometri macinati, potrete finalmente fermarvi e godervi il tesoro in tutto il suo splendore!
Trentenne nata e cresciuta in Brianza. Arrivo ad Amman due anni fa, dopo aver conseguito una laurea magistrale in Lingue e Comunicazione Interculturale in Area Euromediterranea – con specializzazione in lingua araba – presso L’Orientale di Napoli. Prima di allora conoscevo ben poco della Giordania, ma ero entusiasta di immergermi nel vivo di quella che sarebbe presto diventata la mia “seconda casa”…